BURNINGS VIBES SPECIALE INTERVISTE


RISING STARS INTERVISTE: SPECIAL GUEST BURNING VIBES


INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE

Ventiseiesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (BURNING VIBES), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!

Gli ospiti di oggi, all’interno del nostro format, sono i BURNING VIBES che ci propongono YOUNG LION.

Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso i protagonisti di oggi.
La Produzione è curata da Ark.

Info e iscrizioni su 

risingstars@rockandwow.it 


BIOGRAFIA

La nostra storia ha radici lontane. Tutto nasce tanti anni fa, quando Max “il Ninja” d’Amelio e Rob “the Train” Monza erano ancora due adolescenti, amici e appassionati di musica rock.

Max alla chitarra e Rob alla batteria militano in diverse band rock nel corso degli anni ’90 e 2000, raffinando sempre di più la loro tecnica. Max diventa un vero virtuoso delle sei corde e Rob inizia a pestare la sua batteria veloce come un treno e preciso come un metronomo.

Nel 2014 si rincontrano e decidono di riprendere un discorso interrotto molti anni prima: un progetto musicale che inizialmente prese il nome di Rifrazione.

Ci volle del tempo prima di trovare una line-up stabile. Nel 2017 entrano nella band, prima Gabriele Vianello alla voce, poi Alex “Doc” Ballerini al basso, sostituito nel 2022 da Mauro Savazzi e nel 2023 da Davide del Palo.

È in questo periodo che iniziamo a farci chiamare Burning Vibes. Abbiamo iniziato a creare musica… musica forte!!! Un heavy metal con influenze prog, glam e trash.

Nel 2019 il momento buio per noi: Gabri è costretto a lasciare la band e la ricerca di un nuovo cantante alla sua altezza risulta difficile.

Nel 2020 entra nella band Mark Rugghia, un cantante con una voce graffiante e ruggente, ideale per i nostri brani.

Così i BurningVibes rinascono, più forti che mai… Provare per credere!!!


Burning Vibes Intervista e Biografia
Burning Vibes Intervista e Biografia

RECENSIONE
a cura di Nik Morini

Il nuovo singolo dei Burning Vibes, “Young Lion”, ci mostra una band che rinasce più forte dopo aver avuto diversi cambi di formazione dal 2014, anno di nascita, con l’incontro dei due leader: il chitarrista Max “Ninja” D’Amelio e il batterista Rob “the train” Monza.

Il brano, come espresso dal titolo, parla di forza, energia e coraggio ed è in perfetto stile Heavy Metal, tendente al Thrash, seppur con influenze Glam e Progressive.

La loro tecnica è molto raffinata: chitarre elettriche virtuose nei momenti di solo, precise ed efficaci nei momenti di ostinati e riff metal; la batteria a doppia cassa tipica del thrash metal e il basso pieno e potente danno un ottimo groove al brano. La voce, infine, quella del loro nuovo cantante Mark Rugghia, che sostituisce la loro voce storica Gabriele Vianello, si presenta graffiante e ruggente, ideale per il sound del brano, ma anche profonda e alta al contempo come un tenore rock. Infatti, richiama molto quella dei Deep Purple anni 70 e, in generale, le voci prog metal che spaziano i range melodici.

Ecco che i Burning Vibes ci regalano vibes “di fuoco”, potenti e incalzanti non solo per il loro pubblico metal e hard rock.

INTERVISTA PER ROCKANDWOW
a cura di Arianna Rebel

La redazione di Rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, un’altra band degna di nota.

Ospiti indiscussi in questo speciale interviste, sono Burning Vibes, che ne hanno rilasciate ben due distinte: una audio e una scritta.

  1. Come vi siete conosciuti e come avete scelto il nome della band?

La band ha origini lontane, nata dall’amicizia tra Rob, il batterista, e Max, il chitarrista. Questo legame è stato poi consolidato da Mark, il cantante, conosciuto tramite annunci, come solitamente si fa. Infine, si è unito Davide, il bassista, grazie a conoscenze comuni nell’ambito musicale.

2. Cosa fate nel tempo libero quando non suonate o registrate musica?

Le nostre influenze variano dal Metal al Progressive al Glam, insomma, Rock a 360 gradi.

3. Cosa vi ispira a scrivere le vostre canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei vostri testi?

Spesso i nostri brani partono da proposte armoniche che poi vengono elaborate con delle melodie e sviluppate in studio tutti insieme. I temi sono i più comuni di ogni giorno: paure, sensazioni, riflessioni e persino fantasie su storie. Un esempio è la contessa Bathory Elizabeth, ambientata tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo, sadica e violenta fino a farsi il bagno nel sangue delle sue vittime, si dice circa 600 ragazze. Invito tutti a leggere la storia. Il brano in questione, che sarà presente nel prossimo EP, ha come titolo “The Countess”.


4. Qual è il vostro pubblico ideale e come interagite con i vostri fan?

Il pubblico ideale è quello a cui noi diamo vibrazioni positive, che esprimiamo sul palco e che ci viene restituito quando scendiamo.

5. Come gestite le critiche e i conflitti interni alla band?

Cerchiamo di fare critiche in modo costruttivo, e siamo noi per primi a essere autocritici e umili. Questo ci aiuta a crescere.


6. Quali sono le vostre canzoni preferite da eseguire dal vivo e perché?

Ogni brano per noi è come un figlio, quindi li amiamo tutti in ugual modo. Per funzionare, dobbiamo sentire un’energia positiva che ci fa stare bene.


7. Quali sono i vostri piani per il futuro in termini di tour e nuove uscite musicali?

Abbiamo in serbo varie cose, partendo dai due singoli già pubblicati nel 2023, “Dark Room” e “Young Lion”. Nel nuovo anno, con la nostra etichetta Wanichya Records, seguirà l’uscita di un EP che stiamo preparando in studio, insieme ad alcuni video dei brani. Dal prossimo anno, cercheremo di presentare il nostro lavoro nei vari live che stiamo programmando, dove la band spesso si esprime in modo energico.



8. Quali sono state le maggiori sfide che avete affrontato come band e come le avete superate?

Purtroppo, ognuno di noi ha storie, problemi e famiglie a cui badare, con momenti anche difficili da affrontare e risolvere senza coinvolgere la band. Ma ne usciamo sempre brillantemente. Poi, esistono a volte vedute diverse con alcuni componenti, che poi si è deciso per strade diverse con i quali è rimasta comunque una forte amicizia. Ma tra noi, sopravvissuti se così si può dire, e con l’entrata di nuovi componenti, si è creata una bella amicizia e direi fratellanza che va al di là della band stessa. Questo ci aiuta ad andare avanti nella nostra creatività.



9. Avete mai avuto l’opportunità di esibirvi in luoghi o eventi particolari?

Certo, abbiamo partecipato due volte alle finali al Teatro Ariston di Sanremo Rock e abbiamo fatto molti live in vari locali della Lombardia. In futuro, vogliamo continuare a fare molti live perché il palco ci fa stare bene e ci permette di esprimerci al meglio.

DISCOGRAFIA

NIK MORINI SPECIALE INTERVISTE


RISING STARS INTERVISTE: SPECIAL GUEST NIK MORINI


INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE

Ventiquattresimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (NIK MORINI), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!

L’ospite di oggi, all’interno del nostro format, è NIK MORINI che ci propone YOUR INNER HOLE.

Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso il protagonista di oggi.
La Produzione è curata da Ark.

Info e iscrizioni su 

risingstars@rockandwow.it 


BIOGRAFIA

Nik Morini è un musicista polistrumentista, autore e compositore pisano. Ha studiato composizione di musica applicata per cinema e teatro, come colonne sonore e sound design.

Da 5 anni, la sua attività principale è scrivere concept album in inglese di genere prog rock secondo la tradizione anni ’70, con mescolanze ogni tanto con funky fusion. Ha avuto in passato da adolescente una band funky jazz soul, i Funk Harvest, e soprattutto con un tipo particolare di ambient music fatto da synth e arpeggiatori ipnotici e psichedelici, oppure dalla presenza di un pianoforte classico o minimalistico.

Il primo album si chiama “Lightless” e come il terzo, “Life is a puzzle”, racconta di un viaggio di ricerca e cambiamento del protagonista, spesso con cenni autobiografici. Mentre il secondo, più elaborato negli arrangiamenti, “Between fables and nightmares” si presenta come album impegnato nel sociale denunciando tutte le forme di emarginazione degli ultimi della società.

Tuttavia, il carattere principale delle storie di Nik è quello dell’analisi psicologica di personaggi complessi e spesso con contesti dark e tragici alle spalle. Motivo per cui nel nuovo concept album, anticipato dai tre singoli che verranno mandati in radio, Nik ha cercato di collegare spesso il suo prog rock con sonorità gothic e prog metal. Ma al contempo ha portato all’estremo in alcuni brani l’ambient sperimentale, mantenendo nei brani proposti una linea pop.

Il suo progetto in passato ha avuto la collaborazione assidua con artisti estrosi come Antonio Squadrone, chitarrista compositore, Sofia Bianchi o Noa Zatta, grandi voci del prog e del pop. Al momento rimane fisso suo padre Paolo Morini come bassista e chitarrista del progetto in studio, nonché colui grazie a cui Nik si è appassionato al rock e allo studio della musica. Si avvale delle chitarre di Salvatore Blanco, virtuoso chitarrista session man della zona pisana, noto per aver collaborato con cantanti come Domenica Morlando, Gianni Mazzocco e Rachele Sturniolo, che considera non solo colleghi, ma anche cari amici e compagni di avventure.

Oltre a suonare con vari cantautori e progetti musicali della zona pisana, Nik produce anche colonne sonore per alcuni cortometraggi. Tuttavia, la sua vera passione, alimentata da una laurea in storia della musica, è la recensione musicale. Infatti è un appassionato di musica a 360 gradi, interessato a tutte le sue sfaccettature e prospettive.

Nik Morini Intervista e Biografia
Nik Morini Intervista e Biografia

RECENSIONE
a cura di Luca Di Criscio

“Your Inner Hole” è il primo singolo estratto dal nuovo album di Nik Morini, “Neglected Towns”, pubblicato l’8 settembre 2023. Questo rappresenta il quarto lavoro discografico dell’artista.

Il brano inizia con un delicato intreccio di chitarra e tastiera, che ci introduce in un mondo sonoro sognante ed etereo. La voce bassa e pacata di Morini si inserisce su questo tappeto sonoro, seguita da un ritornello energico e carico di sentimento.

Dopo una breve sezione di raccordo in cui chitarra e batteria si concedono qualche virtuosismo, il brano prosegue con la seconda strofa. A metà del brano, una nuova sezione strumentale, lascia spazio prima alla chitarra, poi a un sintetizzatore in puro stile prog rock anni ’70. Quest’ultimo arricchisce ulteriormente le trame della canzone e conducendola verso un ultimo ritornello e un dolce outro, con cui il brano si conclude delicatamente.

Con questo singolo, Nik Morini offre un assaggio del suo universo sonoro. Il quale è caratterizzato da chitarre eteree e sintetizzatori retrò, anticipando ciò che gli ascoltatori potranno scoprire nel suo ultimo lavoro in studio.

“Apollonia (Shine On)”, la quinta traccia dell’ultimo album in studio “Neglected Towns”, è un brano caratterizzato da un forte groove e un sapore decisamente retrò.

Il brano inizia con il ritmo serrato della batteria, arricchito dalle trame dissonanti del sintetizzatore e dai fraseggi mirati della chitarra elettrica. Gli elementi distintivi del brano, ovvero le eleganti voci femminili e le percussioni, entrano in scena solo successivamente, conferendo un ritmo incalzante e dinamico.

A metà del brano, una breve sezione strumentale di raccordo, vede l’incrocio di fraseggi di chitarra e sax. Per poi ritornare all’ultimo ritornello che sfocia nell’outro, caratterizzato da un assolo di sintetizzatore, una scelta sorprendente e controcorrente nel panorama musicale attuale.
“Apollonia (Shine On)”, con la sua ricca strumentazione, dimostra l’amore di Nik Morini per la grande musica degli anni ’70. Il quale ne rende omaggio, volontariamente o meno, sin dal sottotitolo del brano, che richiama alla mente i Pink Floyd.


INTERVISTA PER ROCKANDWOW
a cura di Arianna Rebel

La redazione di Rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, un altro artista degno di nota.

Ospite indiscusso in questo speciale interviste, è NIK MORINI, che ne ha rilasciato ben due distinte: una audio e una scritta.

1. Quali sono le tue principali influenze musicali e come le incorpori nel tuo stile?

Le mie principali influenze sono senza dubbio i Pink Floyd, soprattutto per lo stile del suono, del genere, molto riconducibile al progressive rock anni 70. Infatti anche i Genesis e i Toto rientrano nell’influenza più assorbita, seppur non totalmente. Questo perché non ci sono grandi virtuosismi come in queste band, ma, soprattutto per i testi e le tematiche affrontate nei vari concept album. Da non tralasciare Steven Wilson solista

2. Cosa ti ispira a scrivere le tue canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei tuoi testi?

Le canzoni che scrivo, le compongo in blocchi. Principalmente, creo concept album, quindi i brani sono scritti in un determinato periodo di composizione.
Scrivo le mie canzoni in modo che siano collegate tra loro, sia nei testi che nelle musiche, formando una vera e propria storia musicale. Infatti, la realtà interiore di ogni individuo, ricca di complessi meandri psicologici, è il fulcro di ispirazione per la maggior parte dei miei concept. Affronto temi come l’abbandono, il viaggio attraverso realtà spesso mistiche per il protagonista, le disuguaglianze e i pregiudizi legati al “diverso”. Ma affronto anche temi più romantici come l’amore nella sua essenza, la bellezza delle emozioni, di un abbraccio ecc. A volte, affronto temi più attuali e impegnati come la denuncia contro la guerra, la xenofobia, il pregiudizio e l’emarginazione di ogni forma di diversità.

3. Quali sono i tuoi progetti futuri e quali sono le tue ambizioni artistiche?

Uno dei miei progetti futuri è la creazione di un musical, in collaborazione con artisti a me vicini. I quali sono molto impegnati e preparati per questa non semplice impresa. Inoltre, ho intenzione di continuare a creare e scrivere nuove musiche e testi, sia per me che per gli altri. Altre ambizioni includono lavorare nel settore della musica teatrale e cinematografica, per il quale ho studiato finora. Come ad esempio nel settore delle colonne sonore, nel quale ho già alcuni progetti di lavoro in corso.

4. Come hai sviluppato il tuo suono distintivo e come lo descriveresti?

Uno dei miei progetti futuri è la creazione di un musical, in collaborazione con artisti a me vicini. Questo perché sono molto impegnati e preparati per questa non semplice impresa. Inoltre, ho in programma di continuare a creare e scrivere nuove musiche e testi, sia per me che per gli altri.
Altre ambizioni includono il lavoro nel settore della musica teatrale e cinematografica, per il quale ho studiato finora. Ad esempio nel settore delle colonne sonore, dove ho già alcuni progetti di lavoro in corso.

5. Come Ti sei adattato ai cambiamenti nel settore musicale negli ultimi anni?

Il genere musicale che produco è principalmente poco influenzato dai cambiamenti nel settore musicale. Cerca di essere attuale perché universale. I testi affrontano temi spesso contemporanei, delle nuove generazioni con cui mi identifico. Il mio stile musicale è tradizionale degli anni ’70, che per me è sempre universale e attuale. Tuttavia, prendo spunto dai cambiamenti del settore musicale moderno, per quanto riguarda le tecniche di registrazione, l’uso degli arpeggiatori e del sound design.

6. Come ti sei evoluto come artista dal tuo primo album fino a oggi?

La mia evoluzione è stata principalmente nella partecipazione dei vari musicisti e cantanti nel mio progetto in questi quattro concept album finora realizzati. Solo adesso sono riuscito a stabilizzare un vero e proprio nucleo di realizzazione e di musicisti. Questi non solo interpreti, ma attivi nella realizzazione in studio e live.
Da un anno non ho più due membri che prima erano abbastanza stabili e caratteristici del mio stile. Sto parlando della voce solista, Sofia Bianchi, una grandissima amica che si è trasferita. Come anche di Antonio Squadrone, che prima era più attivo nel progetto, sia come chitarrista che come co-compositore delle musiche. Squadrone è unico nel suo stile musicale indipendente.
Rimane da sempre fisso mio padre Paolo Morini come bassista e spesso in studio secondo chitarrista solista nel mio progetto.


DISCOGRAFIA