ROCK USA
RE LUCERTOLA
JIM MORRISON BIOGRAFIA
James Douglas Morrison, noto come Jim Morrison (Melbourne, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971). Soprannominato il Re Lucertola, per la pelle dei suoi pantaloni e quel fascino misterioso e imprevedibile che lo ha caratterizzato, è stato uno dei più importanti esponenti della rivoluzione culturale degli anni ’60, nonché uno dei più grandi cantanti rock della storia.
Impetuoso “profeta della libertà” e “poeta maledetto”, è ricordato come una delle figure di maggior potere seduttivo nella storia della musica e uno dei massimi simboli dell’inquietudine giovanile.
Infatti era fortemente attivo nello spronare la gente ad abbattere le proprie barriere mentali e inibizioni personali. Non a caso venne paragonato a Dioniso, divinità greca del delirio e della liberazione dei sensi.
Anche il suo look trasgressivo e senza tempo, era un modo per sottolineare la ribellione tipica di quel periodo.
LO SCIAMANO DEL ROCK
Jim era un ragazzo molto timido e introverso, con un look trasandato e un comportamento cupo e trasgressivo. Cercava di superare i propri limiti, di esplorare ciò che non conosceva, tanto che, Il suo motto divenne “Break on through!”, cioè, aprirsi un varco verso ciò che può sembrare oscuro e ignoto, per poter giungere all’assoluta libertà.
La sua anima irrequieta, in qualità di Sciamano, ricercava mondi metafisici e spirituali, anche attraverso sedute spiritiche. Raccontava, infatti, che a 4 anni, attraversando il deserto in auto, vide un incidente stradale le cui vittime erano nativi americani. Da allora Jim, si convinse che gli spiriti di quegli indiani, fossero entrati nel suo corpo, donandogli una particolare sensibilità.
PUNTO DI CONTATTO CON IL SOVRANNATURALE
A dare ulteriore conferma del suo particolare stato, era il fatto che, durante i concerti, si trasformava nello Sciamano, diventando un punto di contatto tra il mondo reale e quello sovrannaturale.
La sua voce dolce e calda diventava rauca e profonda emettendo urla di dolore. Anche il suo corpo si muoveva in modo sensuale e arrogante, i suoi occhi, diventavano vacui e lontani.
Sembrava proprio un indiano che danzava e trasportava le persone in una specie di rito estatico. E tutto questo, lo portava a stringere un rapporto perverso con i suoi fan, dettato il più delle volte, dall’eccessivo uso di alcool e droga. Per di più, li istigava, provocava e spesso li insultava per incoraggiarli a superare le convenzioni sociali e le inibizioni personali.
DICEVANO DI LUI
«Sul palco Jim diventava lo Sciamano. Nel corso dell’esibizione, cantava dei miti moderni, e come uno sciamano evocava un panico sensuale per rendere significative le parole di questi miti. Agiva come se un concerto fosse un rito, una cerimonia, una seduta spiritica, e lui era lo strumento per la comunicazione con il sovrannaturale. Tentava di strappare gli spettatori dai loro posti a sedere, dai loro ruoli, dalle loro menti. Voleva che potessero vedere l’altro lato della realtà, anche solo per una breve occhiata. Il suo messaggio era: apriti un varco ovunque ti sia possibile, ma fallo adesso. Spesso il messaggio era sfocato e così si perdeva tra la musica, i miti, la magia e la follia». ( cit Frank Lisciandro).
L’ARRESTO SUL PALCO
Le sue canzoni erano irriverenti ed eccitanti, sessualmente parlando: infatti erano state concepite per portare le persone «ad un orgasmo emotivo attraverso la mediazione di parole e note», come affermò lo stesso Morrison.
I suoi concerti diventarono così il manifesto di una vita ribelle, da cui nacquero anche numerosi problemi con la giustizia: di fatti, fu il primo artista ad essere arrestato sul palco.
In particolare, nel dicembre del ’67, venne sorpreso da un poliziotto, mentre faceva sesso con una ragazza, nel bagno del backstage. Ci fu una colluttazione tra i due, che poi, Jim, stando sul palco, raccontò al microfono. Venne arrestato per atti osceni in luogo pubblico.
IL NUOVO POETA MALEDETTO
Capire in profondità Jim Morrison è possibile soltanto ascoltando la sua voce, ballando, trasgredendo insieme a lui e leggendo i suoi versi.
Un animo originale e tormentato come il suo, non poteva limitarsi a fare solo il cantante. Divoratore di libri e acuto osservatore della società, cominciò a riempire blocchetti di appunti e poesie fin dal liceo. Anche se, la sua prima testimonianza poetica, è “The Pony Express”, scritta ad appena 10 anni.
“Le parole dissimulano
Le parole corrono
Le parole rassomigliano a bastoni che camminano,
piantale, cresceranno
Guardale ondeggiare come fanno“.
POETI MALEDETTI
La sua poesia viene paragonata a quella dei poeti maledetti, come Rimbaud e Baudelaire. Infatti anche loro davano scandalo, conducendo uno stile di vita sregolato e incitando al rifiuto della morale borghese.
Fu influenzato molto anche da William Blake per la sua idea dell’immaginazione, che permetteva agli uomini di superare i limiti imposti dai cinque sensi. Anche per Jim lo scopo era simile.
«If my poetry aims to achieve anything, it’s to deliver people from the limited ways in which they see and feel».
«Se la mia poesia mira a raggiungere qualcosa, è liberare le persone, dai modi limitati, in cui vedono e sentono».
I TESTI
I suoi testi sono popolati da immagini provenienti dalla cultura classica, sciamanica, tribale e beat, ma anche dall’esoterismo, dalle opere di narrativa, filosofia e religione, dalla psicanalisi, dalla sociologia e dall’antropologia. Attinge anche dalla vita politica del periodo, in “An American Prayer” sono contenute le sue opinioni sulla presidenza di Nixon.
Ai versi di “Celebration of Lizard“, invece si deve uno dei soprannomi più iconici di Jim Morrison: Re Lucertola. L’opera doveva diventare un intero lato di un disco dei Doors, ma il progetto non venne mai realizzato.
Jim Morrison fu spronato a pubblicare le sue poesie, ma le raccolte vennero commercializzate come se fossero altri testi del cantante dei Doors.
Infatti, non è mai arrivato un ufficiale riconoscimento accademico per il “Jim Morrison poeta”. La critica ha sempre relegato la sua produzione poetica, all’interno di quella musicale, non separando il cantante e provocatore da palco, dal poeta e viaggiatore.
IL LIBRO
“La suprema arte è la poesia, poiché ciò che ci definisce come esseri umani è il linguaggio“: frase celebre del musicista, che ancora una volta fotografa quello che lui voleva essere, ovvero, un poeta e non una rockstar.
L’ 8 giugno è uscito un nuovo libro contenente gli scritti di Jim Morrison, progetto che lo stesso Jim, voleva portare avanti già in vita. Dopo 50 anni dalla sua morte, questo suo sogno, prende forma con il titolo:
“The collected works of Jim Morrison: poetry, journals, transcripts and lyrics“.
Un volume di circa 600 pagine, contenente la maggior parte del suo lavoro già pubblicato. Comprende testi i alcune canzoni e poesie, tra le quali: Horse Latitudes, The Celebration of the Lizard, così come gli scritti postumi Wilderness e The American Night.
Circa la metà del libro è costituita da materiale inedito: testi mai registrati, estratti di scritti a mano da 28 taccuini scoperti di recente e 160 tra foto e disegni. Tra gli estratti dai taccuini di Morrison, ci sono i suoi pensieri sul suo famoso processo a Miami nel 1970. In quell’occasione fu dichiarato colpevole di atti osceni durante il concerto al Dinner Key Auditorium.
JIM & PAM
Una delle storie d’amore più celebrate e invidiate di tutti i tempi, praticamente la coppia più enigmatica degli anni ’60. Una delle poche certezze di Jim, fu la costante presenza al suo fianco di Pamela Courson. Morrison era il sex symbol del momento, il rubacuori tormentato, l’uomo più desiderato, affascinante e controverso del mondo.
Pamela Courson era la rossa minuta, che ha intrecciato il proprio sentiero con i Doors, di cui Jim era il leader indiscusso.
AMORE E AUTODITRUZIONE
Bella, vivace, irrequieta, l’unica donna che sia stata realmente in grado di tenere testa a lui, l’iconico Jim Morrison. Era la storia di una simbiosi d’amore che, oltre al sentimento, lasciava spazio anche ad un rapporto autodistruttivo. Un mix esplosivo costantemente alimentato da droga e alcol, tradimenti e litigi furibondi. Addirittura una volta, Jim dette fuoco al camerino in cui lei si era rinchiusa, dopo avergli dato un pugno.
Ma c’è anche l’episodio narrato nel mondo del rock, quando durante le registrazioni di “You’re Lost, Little Girl”, Jim non riusciva a registrare con il giusto timbro di voce, più delicato del solito. Per risolvere il problema, Pam entrò con lui nella cabina e cominciò a praticare del sesso orale, mentre il cantante registrava il pezzo.
Nonostante tutto erano fatti per stare insieme, facce opposte di una stessa medaglia. Peccato, però, che giocare la seducente partita delle anime gemelle, portò la coppia a condividere un destino tutt’altro che felice. «Pam era l’altra metà di Jim. Loro due erano una perfetta combinazione, non ho mai conosciuto un’altra persona che potesse essere complementare alla sua eccentricità» – Ray Manzarek
LA MISTERIOSA MORTE
Jim Morrison muore a Parigi a 27 anni, in circostanze mai chiarite. Secondo la versione ufficiale, sarebbe stato trovato da Pamela, nella vasca da bagno, ucciso da un attacco cardiaco per l’eccesso di alcol. C’è chi pensa che sia stato ucciso dalla CIA, incaricata di “fare fuori” tutti i miti sovversivi. Secondo altri, invece, il cantante avrebbe inscenato la morte, per potersi ritirare dalla pressione mediatica e dedicare totalmente alla poesia.
IL FUNERALE
Due giorni dopo il ritrovamento, si svolse un funerale di otto minuti e alla sola presenza di Pam, del manager Bill Siddons e di qualche altra persona; il Re Lucertola venne seppellito nel Cimitero di Père-Lachaise.
Qualunque sia stata la causa, la sua è stata una morte frettolosa e soprattutto silenziosa, che mal si addiceva alla star più “rumorosa” degli anni ’60.
Il migliore epitaffio di Morrison l’ha scritto forse lui stesso, nei versi finali di “Feast Of Friends”, una poesia di due anni prima.
«Viene la morte a una strana ora,
senza che sia annunciata,
senza che la si aspetti,
come a spaventare gli estranei
che oltre l’amicizia
ti sei portato a letto.
E la morte ci rende tutti angeli,
ci dona le ali
laddove noi si aveva le spalle,
ali dolci come gli artigli di un corvo.»
Il profeta della libertà, ha pagato con la vita i suoi eccessi per l’abuso di alcool e droghe. Jim Morrison, insieme al chitarrista Jimi Hendrix e la cantante Janis Joplin, è caduto nella cosiddetta “maledizione della J”, una morte per tutti e tre i musicisti all’età di 27 anni e in circostanze mai del tutto chiare.
IL FILM “THE DOORS”
Come non fare menzione del film uscito trent’anni fa e diretto da Oliver Stone. Le recensioni indicarono come splendidi, la parte visionaria e l’affresco hippie allucinato di quell’epoca. Ma ci furono anche, vive proteste da parte dei membri della band, per come Val Kilmer e Stone abbiano descritto Jim Morrison: molto caricaturale e a tratti esagerato se non inventato in alcune scene, il ritratto di Morrison è davvero sopra le righe. Diverse scene volgari e sconclusionate potevano essere levate e la descrizione degli altri membri o del contesto famigliare di Morrison è inesistente.
Senza parlare del totale silenzio sul suo lato cinematografico e sulle sue passioni poetiche e culturali, davvero precoci per un ventenne. Comunque resta un film notevole per la sua forza espressiva. Ottima l’interpretazione di Meg Ryan nella parte non facile di Pam Courson e di Kyle McLachlan nei panni di Manzarek. Le ricostruzioni del concerto di Miami e di alcuni momenti decisamente drammatici della vita di Morrison, lo rendono molto emozionante e coinvolgente. A trent’anni di distanza, è una pellicola di grande freschezza e vitalità.
ALCUNE TRA LE FRASI PIU’ BELLE
“Bimbo mi chiedi cos’è l’amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos’è la felicità? Rimani bimbo e lo vedrai…”
“Se ti droghi ti capisco, perché il mondo ti fa schifo; se non lo fai ti ammiro, perché sei in grado di combatterlo.”
“Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.”
“I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là.”
“Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra.”
“Se sei triste e vorresti morire pensa a chi è triste perché vorrebbe vivere e invece sa di dover morire.”
“Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza per riprovarci.”
“Quando il mio corpo sarà cenere, il mio nome sarà leggenda.”
“Non c’è notte tanto lunga da non permettere al Sole di risorgere il giorno dopo.”
“Vorrei essere una lacrima per nascere dai tuoi occhi, vivere sul tuo viso e morire sulla tua bocca.”
“Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.”
“Quando non ci sarò più, non cercatemi dietro al marmo freddo di una tomba, cercatemi tra le rose… Quando non ci sarò più cercatemi nelle fotografie, cercatemi fra i miei libri, fra le mie poesie, le mie canzoni, fra la mia musica. Cercatemi fra tutte le cose che amo di più, perché solo in queste cose… troverete la mia anima.”
ASCOLTA LA BIOGRAFIA DI JIM MORRISON IN PODCAST
Per ascoltare la musica e la biografia di JIM MORRISON, basta cliccare Play e lasciarsi andare.
Seguiteci sui nostri canali per vivere il viaggio attraverso l’America, ed incontrare gli artisti che hanno tracciato una lunga ed itramontabile scia artistica.