TEASERS SPECIALE INTERVISTE


RISING STARS INTERVISTE SPECIAL GUEST: TEASERS


INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE

Sedicesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (TEASERS), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!

Gli ospiti di oggi, all’interno del nostro format, sono i TEASERS che ci propongono METROPOLIS CALLING.

Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso il protagonista di oggi.
La Produzione è curata da Ark.

Info e iscrizioni su 

risingstars@rockandwow.it 

BIOGRAFIA

Siamo i TEASERS, una band rock di quattro elementi, nata a Mantova nel 2022. La nostra formazione è composta da Diego (voce e chitarra), Leo (chitarra), Paolo (basso) e Carbo (batteria).

Ognuno di noi ha avuto esperienze in altre band dal 2000. Abbiamo suonato in ogni tipo di contesto e situazione, dal piccolo bar o live club nella remota provincia all’apertura di palco di band note in qualche arena, in Italia e in Europa.

La dimensione che ci piace di più è il concerto dal vivo, a contatto con la gente, on the road.

Ci piace pensare che la nostra è la storia di quattro persone normali, che vanno a lavorare ogni giorno, ma che mettono tutto lo sforzo possibile, per fare la cosa che amano di più, cioè suonare, credendoci sempre a prescindere dal tempo e dalle situazioni che si presentano. Pensiamo che la vita di un musicista sia un eterno apprendistato in cui la cosa più importante è divertirsi sempre. Ci divertiamo molto.


RECENSIONE
A cura di Nik Morini

La band I Teasers è una giovane band formata nel 2022. Il loro nuovo singolo “Metropolis calling” descrive una frenetica metropoli i cui costi alti soffocano i giovani abitanti nella loro vita quotidiana.

Il brano è un ritorno alle origini, dal momento che la band aveva scritto il brano tempo prima senza mai pubblicarlo. Lo stile è un ambizioso e coinvolgente punk rock, con una struttura pop, che può ricordare il sound dei Green Day mescolato a quello dei Foo Fighters, con una ritmica serrata e le melodie calde delle chitarre.

La band inoltre ci regala un sound che viene dalle continue esperienze live che sono il motore pulsante per crescere e fare esperienza musicale in una band ma soprattutto sono l’apice della soddisfazione artistica.

L’INTERVISTA
A cura di Arianna Rebel

La redazione di rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars. In questo speciale interviste i Teasers, hanno rilasciato ben due interviste distinte: una audio e una scritta, che sono qui riportate.

1. Quali sono le vostre principali influenze musicali e come le incorporate nel vostro stile?

Ognuno di noi ha sicuramente una base punk rock californiana (NOFX per citare il primo amore), genere dal quale abbiamo iniziato a emettere i primi suoni nel periodo adolescenziale. Ad oggi sicuramente ci sono tante band che ci ispirano, le più note son sicuramente Foo Fighters, Weezer, Hives, Blink-182, Nada Surf e molte molte altre…

2. Cosa vi ispira a scrivere le vostre canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei vostri testi?

Ci piace parlare con ironia delle vicissitudini e le incombenze della vita contemporanea. Siamo quattro 40enni che vivono una vita come quella di tantissimi altri, fatta di relazioni tossiche, burnout lavorativi, episodi tragicomici di quotidianità, multe per eccesso di velocità di 3km/h, voglia di resistere all’invecchiamento con scarso successo… cose tipiche della nostra generazione. Quello che ci ispira è questo moto interiore che ci dice di non abbandonare il 20enne che abbiamo dentro, dando spazio al suo grido ribelle ogni qual volta ce ne sia la possibilità, ovvero ogni volta che suoniamo o che facciamo cose per la band.

3. Come vi preparate per i vostri concerti e quali sono le vostre routine pre e post show? 

Usiamo un potente mix di anfetamine e alcol. Scherzo. Di solito dopo cena prima del concerto prendiamo un cucchiaino di citrosodina sciolta in mezza tazzina di acqua tiepida, fa digerire. Dopo il concerto in genere cerchiamo di divertirci, ma poi poco dopo vogliamo andare a dormire. È una battaglia continua contro la realtà.

4. Qual è il vostro pubblico ideale e come interagite con i vostri fan? 

Non c’è un pubblico ideale. Il pubblico ti sceglie oppure decide che non gli piaci, non importa, fa parte del gioco della musica. Sicuramente l’aspetto più gratificante del suonare dal vivo è quando dopo un concerto persone che prima non ti conoscevano vengono al banchetto e ti parlano, si interessano. È il senso più profondo del suonare, conoscere persone nuove, comunicare.

5. Come gestite le critiche e i conflitti interni alla band? 

Il bassista è avvocato. Davvero eh…

6. Quali sono i vostri progetti futuri e quali sono le vostre ambizioni artistiche? 

Ora abbiamo un po’ di date estive fino all’inizio di settembre, poi ci piacerebbe ricominciare a dedicarci alla stesura di pezzi nuovi per tornare in studio prima della fine dell’anno a registrarne alcuni. Sicuramente continueremo a suonare dal vivo poi da ottobre in poi. Le ambizioni che abbiamo son molto semplici… ovvero arrivare a qual punto nel quale qualcun* ci chiamerà a suonare perché gli piacciamo. Per ora abbiamo una storia troppo breve alle spalle perché ciò accada, ma questo primo anno serve proprio a portare in giro il più possibile la nostra musica. Noi ci crediamo.

7. Cosa fate nel tempo libero quando non suonate o registrate musica? 

Sulla nostra pagina instagram @teasers.music potete più o meno vederlo. Giriamo per le sagre di paese partecipando alla lotteria magica, facciamo sport a livello amatoriale con scarsi risultati, andiamo dalla fisioterapista. Ognuno di noi ha un lavoro e alcuni addirittura una famiglia. Ci teniamo impegnati. Ad oggi però possiamo dire che buona parte del tempo che abbiamo lo dedichiamo a cose inerenti alla band, c’è davvero molto da fare anche se da fuori può non sembrare così.

8. Quali sono state le maggiori sfide che avete affrontato come band e come le avete superate? 

Per ora, essendo usciti col primo singolo solo a marzo 2023 la vera sfida è mantenere una certa sostenibilità del progetto. Mi spiego… se al giorno d’oggi una band parte da zero, per poter fare le cose bene deve sostenere una serie di costi e di sbattimenti non semplicissimi. La musica non è un settore facile.
Ci sono tantissime attività in più rispetto al passato, per esempio la gestione dei social che occupa molte ore della settimana e dalla quale non si può prescindere, la promozione che costa, vuoi fare un video? Altro costo. E in tutto questo spesso ci si trova a suonare per un rimborso spese minimo o a gratis. Ecco, pensiamo a una band giovane che vuole avviare un progetto… l’unico modo per renderlo semi-sostenibile è il DIY su diversi aspetti. Noi appunto cerchiamo di essere versatili e di fare tante delle cose da fare in autonomia, in parte ci riusciamo anche grazie alla professione che facciamo, tre di noi lavorano nell’ambito del design e della comunicazione, ma è una sfida molto impegnativa.

9. Come vi siete adattati ai cambiamenti nel settore musicale negli ultimi anni? 

Ci buttiamo nelle novità (TikTok per esempio) con auto-ironia, con la voglia e la curiosità di sperimentare. Nella prima data del tour, mentre eravamo per strada verso il concerto, ci siamo buttati nella prima diretta TikTok della nostra carriera e chiaramente sembravamo dei boomer totali all’inizio, ma poi dall’altra parte abbiamo trovato delle persone che ci facevano domande, interagivano, alla fine è stato super divertente e l’abbiamo rifatto altre volte. Non abbiamo mai paura della novità, essere in una band ti porta a dover uscire dalla comfort zone ogni giorno, ed è il suo bello.

10. Qual è il vostro consiglio per le giovani band che stanno iniziando la loro carriera musicale? 

a. Quando fate il soundcheck suonate il vostro strumento solo quando ve lo chiede il fonico, altrimenti lo fate incazzare di brutto. 

b. Quando avete finito il soundcheck o il concerto spostate la vostra roba velocemente per permettere all’altra band di salire sul palco comodamente, mettetela in macchina o sul furgone e solo dopo questi passaggi iniziate a ubriacarvi male.

c. Non suonate mai riff dei Guns’n’Roses durante il soundcheck, farete incazzare il fonico più che al punto 1.

Sono le regole base per poter avere un futuro nella musica. 


DISCOGRAFIA

THE BOWMAN SPECIALE INTERVISTE


RISING STARS INTERVISTE SPECIAL GUEST: THE BOWMAN


INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE

Quindicesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (The Bowman), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!

Gli ospiti di oggi, all’interno del nostro format, sono i The Bowman che ci propongono ALMOND TREE.

Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso il protagonista di oggi.
La Produzione è curata da Ark.

Info e iscrizioni su 

risingstars@rockandwow.it 

BIOGRAFIA

The Bowman è un progetto musicale alternative-rock nato a Biella (Piemonte, Italia) nel 2016. Le influenze dei cinque componenti della band spaziano dal soul al jazz, dalla musica elettronica a quella sinfonica, dal pop al rock, in continua fase di evoluzione e sperimentazione.

“Bowman” significa “Arciere”, colui che mira dritto verso il bersaglio; la band, utilizzando la musica come proprio arco, ha lo scopo scoccare la propria freccia con la stessa intensità – musicalmente ed emozionalmente – verso ogni ascoltatore.

Il 24 dicembre 2021 hanno pubblicato “Dedalo”, il loro primo album completamente auto-prodotto: al suo interno, l’ascoltatore assume il ruolo di “viaggiatore” che, canzone dopo canzone, riuscirà a trovare il centro del labirinto solo se saprà andare oltre alle apparenze e ai pregiudizi.

Gli artisti che hanno principalmente influenzato il gruppo sono molti, tra cui gli indimenticabili come James Brown e David Bowie, fino ai grandi gruppi come Queen, U2, Editors, Muse, Florence + The Machine e molti altri, spaziando di genere in genere.

“The Bowman” è composto da:
Elisa Negro (Voce principale e Testi)
Nicola Casalegno (Tastiere)
Marco Prina Cerai (Chitarra)
Mattia Bellini (Basso)
Alessandro Groppi (Batteria)


RECENSIONE
A cura di Nik Morini

L’alternative rock potente dei The Bowman può stupirci e farci rimanere senza fiato per la loro esplosività musicale e testuale. La giovane band di Biella ci propone un rock unico e particolare, che spazia dal sinfonico e gotico al soul e talvolta elettronico pop rock, grazie all’ensemble creato dalle tastiere di Nicola Casalegno, dal basso di Mattia Bellini, dalla batteria di Alessandro Groppi, e dalle chitarre di Marco Prina, e dalla incredibile voce di Elisa Negro, distinta dal suo timbro graffiante che possiamo chiamare “alla Amy”, dal momento che ricorda sia quella soul e graffiante di Amy Winehouse, sia quella sinfonica e dark di Amy Lee.

La band si è formata nel 2007 e ha pubblicato il suo primo album, Forse non è la felicità, nel 2017. Il nome della band si ispira a una gag de I Griffin, in cui Peter Griffin si fa chiamare “The Bowman” e spara frecce a caso.

La band sta da tempo lavorando alla produzione di nuovi brani, sia in lingua inglese che italiana, per trasmettere un messaggio psicologico ed emotivo al mondo, tramite la musica.

Ovvero, quello che la musica stessa può fungere principalmente da riparo oltre che da intrattenimento. Una “casa emotiva”, un porto sicuro a cui aggrapparsi e tramite cui entrare in contatto con le emozioni più primitive e nascoste dell’uomo, per questo può essere uno degli strumenti più forti al mondo.

Sicuramente è il messaggio che vuole passare attraverso l’ascolto del loro brano “Almond Tree”, un albero di mandorle sotto cui la propria vita fatta di rottura delle regole imposte nell’infanzia, si rompe in due e vive la solitudine notturna, nel dolore dell’abbandono, mentre di giorno nella gioia che può trovare probabilmente come seconda faccia della stessa medaglia.

Molto significativa la metafora dei corvi che portano via l’orgoglio dall’uomo attraverso il vento, immagine simile a quella dei corvi rapitori di Gabriel di “The Colony Of Slippermen” dei Genesis. Tutto questo sarà parte del loro nuovo album Dedalo.

L’INTERVISTA
A cura di Arianna Rebel

La redazione di rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, i The Bowman che hanno rilasciato ben due interviste distinte: una audio e una scritta, che sono qui riportate.

 1. Come vi preparate per i vostri concerti e quali sono le vostre routine pre e post show?

Viviamo tutto in maniera molto naturale e famigliare; solitamente facciamo le prove qualche giorno prima delle date con pizza e quattro risate. 

Prima degli show ci carichiamo a vicenda, dopo gli show ci concediamo birrette e un po’ di sano cazzeggio.

2. Come gestite le critiche e i conflitti interni alla band?

Siamo cinque personalità molto diverse, e non neghiamo che ogni tanto possano sorgere alcune idee contrapposte, ma riusciamo sempre a trovare un punto in comune che riporta l’equilibrio. Ci vogliamo molto bene, e questo sicuramente ci aiuta tanto.

3. Quali sono i vostri progetti futuri e quali sono le vostre ambizioni artistiche?

Attualmente stiamo lavorando ai nuovi brani insieme ad Alessandro, il nuovo arrivato nella troupe Bowman. Vogliamo concentrarci sulla produzione per scoprirci insieme, trovare nuovi suoni e provare a portare la nostra musica in tutta Italia (e anche oltre!)

4. Cosa vi ispira a scrivere le vostre canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei vostri testi?

I nostri testi sono ispirati ad emozioni e lotte interiori che tutti affrontiamo nel corso della nostra vita e della nostra crescita umana e spirituale. L’amore è il principale “strumento” con cui possiamo raggiungere le nostre debolezze, il nostro dolore, l’accettazione e la liberazione. Tocchiamo svariati ambiti, ma la ‘mappa concettuale’ rimane sempre quella della realizzazione di un viaggio interiore e dell’introspezione.

5. Qual è stata la vostra esperienza più memorabile sul palco e perché?

In realtà sono state due, di egual importanza: la scorsa estate, nel 2022, abbiamo presentato per la prima volta al pubblico tutto il nostro disco nei palchi di Bolle di Malto e Reload Sound Festival, due rassegne musicali della nostra zona di importanza nazionale: inutile dire che sentire il calore del pubblico ed un riscontro così positivo alla nostra musica ci ha caricati davvero tanto. Sono stati due momenti che ci porteremo sempre nel cuore.

6. Cosa fate nel tempo libero quando non suonate o registrate musica?

Ci piace giocare a biliardo, andare insieme agli eventi (musicali e non) e guardare film horror insieme!

7. Quali sono state le maggiori sfide che avete affrontato come band e come le avete superate?

Sicuramente i cambi di componenti della band degli scorsi anni. Abbiamo iniziato a suonare insieme molto presto (avevamo sì e no 18 anni, alcuni di noi nemmeno quelli) e negli anni alcune strade si sono divise, ma questo non ha rotto l’essenza della band e lo scopo comune; anzi, per certi versi lo ha addirittura rafforzato.

8. Quali sono le vostre principali influenze musicali e come le incorporate nel vostro stile?

Ognuno componente della band, nel modo di comporre, è influenzato dai generi che più hanno fatto parte della propria storia musicale. Ad esempio Nicola è stato spesso influenzato dal jazz e dalla musica classica, mentre Elisa dal Soul e dalla musica Black. Nel complesso, il risultato è un genere abbastanza unico, ma se si ascolta attentamente il brano “scomposto”, si possono notare molto bene tutte queste influenze.

9. Come vi siete adattati ai cambiamenti nel settore musicale negli ultimi anni?

Cerchiamo di guardare, con occhio esterno, cosa piace a noi e cosa piace al mercato musicale. Siccome il nostro obiettivo è di fare musica anche per gli ascoltatori – oltre che per noi stessi – anche in questo caso è una questione di equilibri e compromessi. Cerchiamo di stare attenti alle piccole accortezze di mercato, senza rinunciare al nostro stile e a ciò che amiamo suonare e comporre.


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