SPECIALE INTERVISTE CARONDA


RISING STARS INTERVISTE SPECIAL GUEST: CARONDA


INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE

Diciannovesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (CARONDA), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!

Gli ospiti di oggi, all’interno del nostro format, sono i CARONDA che ci propongono DOMANI TORNO.

Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso i protagonisti di oggi.
La Produzione è curata da Ark.

Info e iscrizioni su 

risingstars@rockandwow.it 

BIOGRAFIA

Il progetto Caronda è nato nel 2019 da Giulia Licciardello, voce (ex concorrente di XFactor) e Francesco Trimboli, chitarrista e compositore. Uniti dalla passione per il rock e il blues, creano musica con sonorità variegate e testi in italiano. La formazione include anche Sasha Santonocito alla batteria.

Nel 2023 hanno pubblicato il loro primo EP “Atto I”, contenente i brani “Domani torno”, “Watson”, “La Ribalta” e “Spaceman”.
“Domani torno” è stato apprezzato da Mogol, mentre “La Ribalta” ha superato i 23.000 streaming su Spotify.
Tra il 2022 e il 2023, hanno suonato in diverse città italiane durante il loro tour.


RECENSIONE
A cura di Nik Morini

La musica dei Caronda, intensa ed espressiva, ci porta nel mondo nostalgico dell’amore attraverso il loro brano “Domani Torno”. Questa canzone ci immerge nelle emozioni e nell’interiorità racchiuse nella sua potenza esplosiva, sia a livello musicale che testuale. Il brano è stato ascoltato e apprezzato anche da Mogol.

Lo stile dei Caronda è caratterizzato da una miscela di blues rock e pop rock indie alternativo, con un focus sulla chitarra di Francesco Trimboli, compositore e chitarrista del gruppo, e sulla batteria di Sasha Santonocito, che aggiunge un ritmo appropriato al sound della band. Tuttavia, l’elemento centrale è la voce della cantante e autrice Giulia Ricciardello. Dopo un’esperienza formativa ad XFactor, Giulia ha avviato questo progetto, mettendoci letteralmente anima e voce.

“Domani Torno” oscilla tra un sound leggero, quasi funk rock pulito e riflessivo nei versi, e un sound più sporco e agitato nei ritornelli. Quest’ultimo riflette il momento di crisi in una relazione d’amore descritta nel brano, un addio pieno di nostalgia. Il ritorno a casa della protagonista che soffre è ambiguo: la casa può rappresentare sia il ritorno alla normalità quotidiana, sia il rifugio dei ricordi d’amore.

INTERVISTA PER ROCKANDWOW

La redazione di Rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, un’altra band degna di nota.

Ospiti indiscussi in questo speciale interviste, sono i Caronda, che ne hanno rilasciate ben due distinte: una audio e una scritta.

  • Come vi siete conosciuti e come avete scelto il nome della band?

    Il nome della band deriva dall’ubicazione del vecchio monolocale del chitarrista, prima sala prove e fucina di composizione, situato proprio in via Caronda a Catania. Abbiamo successivamente scoperto che Caronda fu un legislatore di Catania del VI sec. AC, e ciò riassume anche la nostra “Catanesitudine”. Infatti siamo molto legati alla nostra terra.

  • Cosa vi ispira a scrivere le vostre canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei vostri testi?

    I nostri testi raccontano storie di uomini e donne innamorati di amori
    impossibili, consumati dalle loro passioni, alcuni deboli altri tenaci,
    semplicemente umani. Le tematiche mirano alla denuncia ma anche alla
    rivalsa dei protagonisti, che rispecchiano una società vasta, composta da tutte
    le persone senza distinzioni di etnia o genere, senza alcuno stereotipo.

  • Come descrivereste il vostro processo creativo e come collaborate tra di
    voi?

    La definiamo una catena di montaggio. Solitamente le parti armoniche, i riff e
    alcune melodie vengono proposte dal chitarrista Francesco. La struttura e
    l’organizzazione delle parti viene definita insieme al batterista Sasha e alla
    cantante Giulia che aggiunge infine la sua linea vocale con il testo. La
    bellezza di questo processo è data dalla completa collaborazione di tutti.

  • Quali sono i vostri progetti futuri e quali sono le vostre ambizioni
    artistiche?

    Sogniamo in grande ma rimanendo concentrati sugli obbiettivi a breve
    termine. Abbiamo appena pubblicato il nostro primo Ep e il nostro primo
    videoclip e siamo decisamente soddisfatti di questo. Dallo scorso anno
    abbiamo portato la nostra musica in giro per l’Italia, tra Milano e Bologna per
    citarne alcune, oltre la nostra Sicilia. Siamo appena tornati da un’esperienza
    ispiratrice a Sanremo e abbiamo in serbo tantissime altre date per il tour autunnale che non vediamo l’ora di affrontare. Inoltre vorremmo andare in sala registrazione entro fine anno!

  • Come vi tenete aggiornati sulle ultime tendenze musicali e come le
    incorporate nella vostra musica?

    Non ci piace generalmente seguire le tendenze musicali, perchè sono spesso
    momentanee e passeggere. Tuttavia ci teniamo a tenerci aggiornati sempre
    con nuova musica, specialmente indipendente e d’autore. All’interno del
    gruppo abbiamo influenze musicali differenti che convogliamo nel sound
    finale dei Caronda.

  • Quali sono state le maggiori sfide che avete affrontato come band e
    come le avete superate?

    Il covid è stata sicuramente la maggiore sfida. Avevamo iniziato da poco
    come band al completo a comporre musica insieme. La pandemia ci ha
    costretti a interrompere i live e a rallentare il processo creativo. Ma quando
    il peggio è passato, in realtà, il periodo tragico ci ha dato una fortissima carica
    e motivazione per ricominciare a creare musica e incidere i brani che oggi
    sono nell’EP. La passione per la musica e la dedizione al progetto ci hanno
    salvato.

  • Come vi siete conosciuti e come avete deciso di formare una band
    insieme?

    L’idea di comporre musica nasce da Francesco, il chitarrista, e Giulia, la
    cantante reduce da XFactor proprio a Catania, in via Caronda. Insieme, dal
    2018, hanno iniziato le prime sperimentazioni musicali, mettendo le basi per i
    primi brani. Ma il progetto finale si è delineato con l’ingresso del batterista
    Sasha, amico e collega di conservatorio di Francesco, che ha aggiunto il
    collante necessario tra i riff della chitarra e le melodie della voce.

  • Parlateci del nuovo album.

    La canzone “Domani Torno” fa parte del nostro EP d’esordio “Atto I” che
    racchiude il primo capitolo compositivo della band. L’album contiene brani
    che esprimono la nostra ecletticità infatti troviamo “Watson” che è la nostra
    operetta, un brano teatrale e recitato che riguarda un amore non corrisposto;
    “Spaceman” è un brano che tratta tematiche forti come quella del bullismo;
    “La ribalta” parla del sapersi mettere in gioco superando l’ansia sociale; ed
    infine “Domani Torno”, dalle sonorità più morbide, tratta la nostalgia di casa
    e di tempi passati.

DISCOGRAFIA

MASSIMILIANO PIANTA SPECIALE INTERVISTE


RISING STARS INTERVISTE SPECIAL GUEST: MASSIMILIANO PIANTA


INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE

Diciottesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (MASSIMILIANO PIANTA), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!

L’ospite di oggi, all’interno del nostro format, è MASSIMILIANO PIANTA che ci propone HE BRINGS ME DOWN.

Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso il protagonista di oggi.
La Produzione è curata da Ark.

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risingstars@rockandwow.it 

BIOGRAFIA

Ricordo che era un periodo di profonda delusione, quindi, per darmi una scossa, decisi di dedicarmi al canto. Sì, mi piaceva cantare. Mio fratello maggiore portava a casa album degli Skid Row, Motley, Firehouse, The Cult, Halloween, Stryper e altri. Mio padre e mia madre, la domenica mattina, facevano suonare dischi di musica italiana o di opere classiche.

Conobbi un ragazzo che cercava un cantante e in poco tempo mi ritrovai a far parte di una band: i Midian. Una sorta di Dark elettronico cantato in italiano. Non ero bravissimo, ma sentivo che con lo studio e la dedizione avrei potuto fare qualcosa di buono. Questa esperienza durò un paio di anni.

Non mi fermai lì. Successivamente, con un ragazzo del mio paese che suonava la chitarra, decidemmo di formare una band: i Vanity First Pusher. Puro Hard Rock. Ricordo che scrivevamo le canzoni sui marciapiedi.

Tutto ebbe un bel seguito: registrazioni, live allo Zoe, Transilvania live, partecipazione al Glam attack ecc., ma anche qui dopo qualche anno si esaurì una visione comune. Da lì, feci una pausa durata dieci anni a causa di forze maggiori. Mi trasferii nel Pavese dove ora vivo e lavoro come Art Director freelance per il settore farmaceutico.

Nel 2019 ci fu una tragedia: la morte di mio padre. Non posso descrivere il dolore. Eppure quel momento mi diede la forza per ricominciare con la musica. Scrissi una canzone in sua memoria (Father) e una che descrivesse il dolore della famiglia (Ceremony). A quel punto mi convinsi che era il momento di proseguire e raccontare tutto il mio vissuto attraverso la musica.

Nel 2020, con una vecchia conoscenza dei Vanity, decidemmo di formare gli Ares Blinds Charon. Genere Hard Rock con sfumature Gothic. Bellissimo progetto, ottime canzoni e performance sul palco ma anche qui qualcosa non ha funzionato. Si vede che sono destinato a fare il solista :).

Dimenticavo, ai tempi il mio nome d’arte era Kim. Avevo bisogno di trovare un nome per il mio alter ego. Ora Kim è quasi scomparso. Sono semplicemente Massimiliano Pianta. Sto preparando un LP intitolato Monster. Ci saranno 8/10 brani inediti che sto registrando in studio.

Questa è la mia visione legata alla musica. Non seguo nessun artista in particolare. Mi lascio guidare dall’ispirazione.


RECENSIONE
A cura di Luca Di Criscio

Massimiliano Pianta è un cantante e musicista dalla vicenda artistica molto lunga e travagliata. Nel corso degli anni ha fondato numerose band attraverso le quali ha provato a esprimersi come meglio poteva, ma i progetti sono sempre naufragati per le ragioni più disparate. Alla fine, l’artista ha preso la decisione più saggia, quella che gli ha permesso di fare una cesura netta con il passato e rinascere a nuova vita: mettersi in proprio e lavorare da solo. Risultato di questa “arte del levare” è Monster, suo primo album in studio, pubblicato su tutte le piattaforme musicali da alcuni giorni.

Il disco comprende nove tracce, realizzate con la collaborazione di Pat Matone, che permettono di identificare subito lo stile che contraddistingue Massimiliano Pianta, ovvero un approccio sempre in bilico tra hard rock e metal con un occhio di riguardo per i grandi maestri del secondo genere come Black Sabbath e Iron Maiden. Non c’è solo questo nell’album, perché non mancano energiche ballate e momenti in cui a farla da padrone è invece una delicata chitarra acustica. 

I brani contenuti nel disco riassumono gli ultimi anni della vita dell’artista, costellati da tante emozioni sia positive che negative, come dimostra il fatto che la gestazione e la pubblicazione di alcuni di essi abbia avuto inizio nell’ormai lontano 2019, fino ad arrivare poi a quelli scritti e registrati nell’anno corrente. Infatti, le canzoni, prima di essere riunite in questo album, sono state pubblicate singolarmente su YouTube nel corso di questi anni, accompagnate sempre da un caratteristico videoclip, nello stesso ordine in cui compaiono nella tracklist. Ciò vuol dire che l’album comincia con la traccia più longeva tra quelle incise per arrivare poi a quelle più recenti, ripercorrendo così le vicende della vita del musicista in ordine cronologico, come a voler narrare una storia.

Il viaggio all’interno del disco si apre con la delicatissima Father, dedicata dall’artista al padre scomparso e caratterizzata da una preziosissima e sognante chitarra acustica, che sorregge una dolce melodia fischiettata. Si tratta di un brano breve ma estremamente emozionante e toccante, che posto in prima posizione risalta ancora di più configurandosi come un grande omaggio.

Segue un trittico di brani vicini tra di loro stilisticamente, con una partenza sempre affidata ad un intreccio efficace di chitarra acustica ed elettrica per poi esplodere con il fragore delle sole chitarre distorte, ma ognuno contraddistinto da qualche elemento proprio.

Ceremony, presenta un’atmosfera sinistra e nella sua prima parte lascia spazio anche al basso per un riff dai toni lugubri. Dopo un crescendo accompagnato da cori minacciosi, la canzone acquisisce vigore e carattere prima di tornare a richiudersi su sé stessa, concludendosi con il suono inquietante di campane funeree, omaggiando così alcuni grandi classici del metal del passato come Hallowed Be Thy Name o Black Sabbath.

In Vibration, dominano i caratteristici cori dove spicca la presenza di voci basse, ma stupisce a metà del brano una sezione strumentale di raccordo dove a farla da padrone è la chitarra acustica accompagnata da battiti di mani, che proiettano per un attimo l’ascoltatore in uno spettacolo di flamenco. 

Chiude il cerchio La Verità, unico brano in italiano dell’intero disco, fedele al sound caratteristico dell’artista e impreziosita dalla presenza di alcune parti di chitarra solista.

In seguito a Monster Man, brano dalle sonorità cupe per via della voce che sussurra il titolo del brano amplificando ancor di più il suo alone di mistero e inquietudine, Goodbye vi si contrappone con forza grazie a chitarre acustiche dominanti e sonorità maggiormente ampie e luminose. Anche nel momento in cui il brano entra nel vivo e cresce nelle dinamiche, esso mantiene sempre una certa delicatezza e leggerezza rispetto ai brani precedenti. Sorprende sul finale un prematuro fade out, che lascia chiudere il brano alle sole voci a cappella accompagnate da un semplice battito di mani.

Sul finire di questa particolare sezione, semplice e diretta, si inserisce rapida He Brings Me Down, brano che abbiamo già avuto modo di conoscere in precedenza su Rising Stars come biglietto da visita di Massimiliano Pianta. Dotata di un ritmo incalzante, verso la sua metà il brano coglie di sorpresa con un’inedita sezione in downtempo, con un andamento più lento rispetto al precedente incedere del brano, che allenta brevemente la tensione prima di tornare a spingere, creando con questa opposizione una vera e propria cavalcata. 

Spirit Of The Wild, una power ballad dai toni malinconici, ci avvicina verso la conclusione del disco, affidata a Day Of A Loser. Rumori di feedback lasciano presto spazio a una ritmica claudicante con accenti spostati molto particolare e interessante. Brano dagli improvvisi cambi, alla metà presenta una sezione più lenta e rilassata che irrompe inaspettatamente, salvo poi lasciare spazio ad un breve ma energico assolo di chitarra elettrica che ci riconduce verso la sezione principale. La traccia si chiude sulla ripetizione ossessiva del suo titolo sulla base principale della canzone, che conclude quindi in questo modo il disco.

È così che volge al termine la storia di Massimiliano Pianta. Una storia che meritava di essere narrata dal suo protagonista, innanzitutto per il valore catartico che ha assunto per l’artista la realizzazione di questo disco, ma anche per dargli modo di mettere in mostra tutta la sua sensibilità e abilità come autore e musicista. Ora che questo grido liberatorio è finalmente disponibile per l’ascolto ovunque, siamo sicuri che l’artista non abbia intenzione di fermarsi qui e continuare su questa strada, che finalmente gli sta conferendo stabilità. Nel frattempo, tuttavia, non ci resta che goderci Monster.

INTERVISTA PER ROCKANDWOW

La redazione di Rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, un altro protagonista degno di nota.

Ospite indiscusso in questo speciale interviste è Massimiliano Pianta, che ne ha rilasciate ben due distinte: una audio e una scritta.


  1. Quali sono le vostre principali influenze musicali e come le incorporate nel vostro stile?

    Il primo artista che mi ha folgorato in adolescenza è stato Jim Morrison, con il passare del tempo, la venerazione per Jim si è divisa tra i The Cult, Skid Row, Stryper, Firehouse, Marilyn Manson, Pantera, Placebo, Suede, musica classica and more.. Penso di essermi avvicinato a tantissimi generi.

  2. Cosa vi ispira a scrivere le vostre canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei vostri testi?

    Se devo scrivere il testo di una canzone dove è solo presente la chitarra, seguendo il flusso, provando diverse melodie e tempi di esecuzione. Di solito compare una parolina magica e da li faccio girare tutta la storia. Quando scrivo per me dipende dallo stato d’animo ma poi il processo creativo è identico al precedente. Se scrivo devo essere libero da schemi o da generi musicali. Non seguo nessun esempio di scrittura.


  3. Come vi preparate per i vostri concerti e quali sono le vostre routine pre e post show?

    Tanto studio e prove tra movimenti, sguardi, intenzioni. Anche se poi live è tutta un’altra storia. Nella settimana del concerto, mi sveglio presto e vado in piscina, dove a mente, mentre nuoto, mi ripeto tutte le canzoni.

  4. Qual è stata la vostra esperienza più memorabile sul palco e perché?

    Tutte le date sono memorabili ma in particolare 1 anno fa quando ho suonato a Milano dopo 10 anni di pausa. Top!

  5. Quali sono i vostri progetti futuri e quali sono le vostre ambizioni artistiche? 

    A settembre esce il mio primo LP con un video legato all’ultimo brano che ho registrato (Day of a Loser). Lo pubblico sui vari canali social e streaming e poi si parte con qualche live. Non troppi. Pochi ma mirati, cercando di creare degli eventi ad hoc.

  6. Come vi tenete aggiornati sulle ultime tendenze musicali e come le incorporate nella vostra musica? 

    Le ultime tendenze a parer mio sono la coda di un’era magica per la musica che seguo. Mi piace ascoltare band emergenti perchè non sono influenzate da schemi o da prodotti a tavolino. Ancora non è scattato il colpo di fulmine per qualcuno in particolare. Speriamo in bene!

DISCOGRAFIA