RISING STARS INTERVISTE SPECIAL GUEST: LA FAIDA
INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE
Tredicesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (La Faida), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!
Gli ospiti all’interno del nostro format sono La Faida che ci propongono ANIMA MERIDIONALE.
Intervista condotta da Arianna Rebel, la quale si pone, come suo solito, in una versione frizzante e cordiale verso il protagonista di oggi.
La Produzione è curata da Ark.
Info e iscrizioni su
BIOGRAFIA
La Faida è nata nel 2020 a Los Angeles, nel prestigioso Whiskey a Go Go, dall’incontro tra Ivan Grave (allora cantante dei Tracy Grave) e i 4 musicisti dei Red Riot. Durante il lockdown, i 5 hanno creato il progetto Faida, scrivendo brani hard rock con sonorità puramente americane, conditi dal cantato in italiano che si addentra in generi come punk, cantautorato e rap.
Nel 2021, la band ha aperto il tour de La Strana Officina nel sud Italia e nel 2022 ha rilasciato il primo singolo “Malamore” per Universal Music Italia. Dopo un tour di svariati mesi tra sud e nord Italia, la band ha inciso il primo album “Questa non è l’America”, che è stato pubblicato da Universal Music Italia nel marzo 2023.
RECENSIONE
A cura di Nicola Morini
“Anima Meridionale” è il nuovo ambizioso singolo del progetto La Faida, una band nata dall’unione del cantante Ivan Grave dei Tracy Grave con i quattro incredibili musicisti dei Red Riot. Questi 5 artisti si sono ritrovati a Los Angeles e hanno deciso di porre fine al sogno americano e di scrivere insieme musica per il mondo, ma in italiano, poiché le loro origini sono campane e sarde, quindi meridionali.
L’obiettivo è quello di tornare alle origini, fieri e maturi, ed è proprio questo il messaggio che lanciano con questo singolo. Non una chiusa e reazionaria fierezza meridionale, ma propositiva, volta a riconoscere la grande somiglianza tra Sardegna e Campania, e di conseguenza la grande vicinanza nel mondo tra ognuno di noi.
Il ritornello ce lo fa capire in modo orecchiabile, con le semplici grida cantate, caratteristiche delle due regioni, “ajó-uaglió”, che mostrano l’unità tra le due regioni e al contempo la singola unicità.
Il genere è un alternative rock potente e maturo, che dà spazio a ogni singolo strumento e quindi musicista della band, che porta la propria esperienza con una struttura pop rock ben curata. L’album di provenienza è il loro nuovo lavoro “Questa non è l’America” e mantiene lo stesso concept di integrazione e fierezza di ritorno alle origini.
L’INTERVISTA
A cura di Arianna Rebel
La redazione di rockandwow ha ospitato, nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, La Faida che hanno rilasciato ben due interviste distinte: una audio e una scritta, che sono qui riportate.
- Come vi siete conosciuti e come avete scelto il nome della band?
Ci siamo conosciuti a Los Angeles, allo storico Whisky a Gogo, dove hanno suonato band del calibro di Doors, Guns n’Roses e Led Zeppelin. Suonavamo in due band diverse, la componente strumentale, tutta campana, in una band heavy metal, e Ivan, sardo, in una band glam rock. Ci siamo visti rispettivamente ed è stato amore a prima vista. Durante il lockdown, dopo una serie di brutte vicissitudini, abbiamo deciso che la nostra musica sarebbe stata una vendetta contro ogni offesa, ogni porta sbattuta in faccia, ogni tipo di pregiudizio e sfruttamento: ecco come nasce La Faida. - Cosa vi ispira a scrivere le vostre canzoni e quali sono i temi ricorrenti nei vostri testi?
Scriviamo di ciò che viviamo, di ciò che vediamo, contro quello che non ci va bene e quello che vorremo diventasse realtà. Ivan ha un approccio molto naturale, come se fossero flussi di coscienza che si adattano alla perfezione alle nostre strumentali. Cerchiamo di dare un certo tipo di emozione attraverso musica e parole, l’unione di queste due cose. L’arte per noi è espressione di un messaggio, di un vissuto che si condivide con chi ci ascolta. - Qual è il vostro approccio alla scrittura di testi e come li adattate alla vostra musica?
A scrivere i testi è Ivan, ed è una componente per noi fondamentale, come fondamentale è lo scrivere in italiano, la nostra lingua, perché possiamo esprimerci per quello che siamo, nella cultura in cui viviamo. A Los Angeles abbiamo capito che non volevamo più emulare nessuno, e iniziare dal non scrivere in inglese, lingua che non ci appartiene, è stato il primo passaggio fondamentale. I testi si adattano alla perfezione alla nostra musica per una parola, che definirei necessaria per qualsiasi band: feeling assurdo. - Come descrivereste il vostro processo creativo e come collaborate tra di voi?
Ci sono due modi, essenzialmente, di completare una canzone della Faida. O da strumentali già complete Ivan fa melodia e testi, in base a ciò che la canzone gli suscita o gli evoca, o al contrario, da un testo, una parola, se ne ricava la strumentale in modo che esprima al massimo lo stato d’animo di ciò che viene scritto. Essendo distanti noi collaboriamo a distanza, e per farlo è importantissimo avere feeling di fondo. Ci basta davvero poco per comporre perché già sappiamo esattamente cosa farà l’altro. - Parlateci del nuovo album/singolo.
La nostra cultura, le nostre tradizioni sono un fuoco vivo che ci unisce, ci rende unici e al tempo stesso connessi:
Sardegna e Campania hanno tantissimo in comune. Abbiamo scelto di usarla come opener del nostro “Questa non è l’America” proprio per ribadire chiaramente il concetto espresso lungo tutto l’album. L’Italia non è l’America, che sia in positivo o in negativo, e non siamo americani, siamo meridionali, con tutto ciò che ne comporta, a livello di vissuto, a livello artistico e culturale: questo è il senso del nostro primo lavoro, ed è il senso di Anima Meridionale. - Quali sono i vostri piani per il futuro in termini di tour e nuove uscite musicali?
Siamo in pieno “Difficilmente collocabili Tour” che è iniziato il 31 marzo, con un meet and drink a Nocera Inferiore. A luglio, dal 27 al 30 saremo in Sardegna, ad Agosto e a Settembre lo stesso, potete vedere il calendario sui nostri profili social facebook o instagram. Stiamo lottando per arrivare al nord, ma insomma se il tour ha questo nome, un motivo ci sta. - Qual è il vostro consiglio per le giovani band che stanno iniziando la loro carriera musicale?
Lavoro costante, organizzazione e metodo. Non esistono più gli anni ’80, ognuno deve farsi da solo con l’aiuto di nessuno. Senza questo, insieme alla passione e al senso che si vuole dare al proprio progetto, difficilmente la carriera musicale avrà degli upgrade. Bisogna avere qualcosa da dire, essere convinti delle proprie idee, della propria unicità, diversità. Nell’era digitale della massima riproducibilità e addirittura delle AI, è questo quello che ci rimane per poter fare qualcosa che abbia davvero senso, e che possa essere capito e condiviso dalla gente.
Qual è il vostro consiglio per le giovani band che stanno iniziando la loro carriera musicale?
Lavoro costante, organizzazione e metodo. Non esistono più gli anni ’80, ognuno deve farsi da solo con l’aiuto di nessuno. Senza questo, insieme alla passione e al senso che si vuole dare al proprio progetto, difficilmente la carriera musicale avrà degli upgrade. Bisogna avere qualcosa da dire, essere convinti delle proprie idee, della propria unicità, diversità. Nell’era digitale della massima riproducibilità e addirittura delle AI, è questo quello che
ci rimane per poter fare qualcosa che abbia davvero senso, e che possa essere capito e condiviso dalla gente.