ROCK USA
ICONA DEL SIXTIES
JANIS JOPLIN BIOGRAFIA.
Simbolo del movimento psichedelico californiano, del femminismo e icona tra le più significative dei Sixties, Janis Joplin è la più grande cantante bianca blues del ventesimo secolo. Timida, inquieta e impacciata a scuola, trovò sollievo nella musica di Bessie Smith e Big Mama Thornton, che sarebbero state le sue muse ispiratrici. Lungo il sentiero del rock e del rhythm and blues, Janis ha creato la colonna sonora dei ribelli degli anni ’60.
Dotata di timbro e voce rari, in pochissimo tempo ha rubato il cuore degli amanti del blues, e non solo, dimostrando una capacità espressiva e interpretativa fuori dal comune, espressa anche, in una splendida e malinconica versione rock e classico jazz.
Era originale, impertinente, per nulla arrogante, disperata e talentuosa. Le sue canzoni, racchiudono il suo mondo e la sua essenza, riassumendola in pochi minuti di blues passionale, che molti non hanno esitato a definire sporco.
FRAGILITA’ E SUCCESSO
Lasciò a vent’anni la città natale (Port Arthur, 19 gennaio 1943 – Los Angeles, 4 ottobre 1970) per scoprire la California e la nascente scena hippie. Cercava di sviluppare uno stile di vita scevro da pregiudizi, pacifista e a contatto con la natura. A San Francisco, Janis, mosse i suoi primi passi sulla scena musicale, incidendo, nel 1964, alcuni standard blues con Jorma Kaukonen, futuro chitarrista dei Jefferson Airplane.
Questa era la città ideale per consentirle di esprimere, al meglio, il suo lato ribelle. All’inizio le difficoltà furono moltissime e quindi, inevitabilmente, emerse il suo carattere fragile. Purtroppo alcool ed eroina, divennero suoi compagni abituali per vincere la timidezza e sentirsi accettata nel “gruppo”.
Grazie a Chet Helms, entrò a far parte della “Big Brother and the Holding Company”. La fusione tra la sua voce abrasiva e il ruvido acid-blues della band, si rivelò un successo. Il gruppo divenne subito popolare in tutta l’area di San Francisco e fu chiamato a partecipare al rock festival di Monterey nel 1967. Si esibirono con una performance trionfale che consacrò il loro successo.
TRASGRESSIONE E FEMMINILITA’
Jeans, pellicce, magliette larghe e colorate, grandi occhiali, che quasi le nascondevano il volto, diventarono accessori irrinunciabili del suo look.
Abbigliamento eccentrico, unito alla sua rabbiosa vitalità, alla trasgressione di una femminilità contorta e fascinosa, la rendevano seducente e carismatica.
Indubbiamente è stata una star unica nel suo genere, emanava intensità e talento come pochi altri cantanti della sua epoca. Ancora oggi, è capace di stupire ed emozionare chiunque si appresti ad ascoltarne le travolgenti interpretazioni canore e sceniche.
SESSO E POESIA
Janis sembra guidare una rivalsa sull’esistenza, ricoprendo di sesso e poesia gli standard di rock e blues.
Sul palco, dava il meglio di sé: qui, le sue esibizioni erano veri e propri riti orgiastici, in cui la musica e le emozioni, tramite lei, giungevano al pubblico trasportandolo nel regno dell’estasi.
Janis “viveva” la musica, i suoi concerti erano riti collettivi di affratellamento, appartenenti ad una società in trasformazione. Già da qualche anno, molti artisti avevano trasformato i concerti in esperienze orgiastiche legate al linguaggio del corpo, ma Janis fece qualcosa di più. Infatti, portò sul palco la poesia, con la quale rivestiva ogni sua mossa. La sua voce, era un ruggito passionale, una carezza infuocata. Riusciva a dare alle parole, un corpo, una forma, un colore, trasformandole in un tutt’uno con le vicende e le emozioni che cantava.
VOCE PER LE DONNE
Janis divenne una figura di riferimento per il movimento di liberazione femminile: scrisse testi taglienti, diretti, che rimproveravano la concezione della donna, come mero oggetto di piacere sessuale. Brani intensi che erano altrettanti “gridi di guerra”, come “Piece of my heart“, che cela, fra le righe, un coraggioso messaggio alle donne fragili. Le invita a reagire graffiando la vita come le donne-feline, dipinte da Novella Parigini. Anche “Move over“, fu scritta riflettendo sul modo villano in cui, spesso, gli uomini trattavano le donne nelle relazioni.
Aggiunse la sua voce a quella delle donne che scendevano in piazza, così come aveva fatto Joan Baez. Infatti anche per Janis, la musica non era un fine, ma un mezzo per scoprire se stessi e contribuire alla causa.
Da artista intellettualmente superiore a tanti altri “idoli” di quegli anni, Janis sapeva guardare alla società con maturo senso critico, e ne comprese le derive.
Inoltre, fu tra le prime artiste a dichiarare la sua bisessualità, cosa che, soprattutto negli Stati Uniti, destò scalpore.
LA SUA SOLITUDINE
Intensi ed esplosivi, i suoi brani avevano quasi sempre una nota autobiografica. Nonostante il talento, l’intelligenza, e una bellezza non canonica, Janis non riuscì mai a essere apprezzata dagli uomini, come provano le sue relazioni fallite. Abbandono e solitudine erano le tematiche più ricorrenti, quelle che, in fondo, aveva vissuto sulla propria pelle e che aggravarono la sua fragilità. Come dichiarò una volta, “sul palco faccio innamorare venticinquemila persone, poi vado a casa da sola”. Temeva la solitudine, perché non aveva armi per affrontarla e soprattutto conosceva la sua debolezza davanti all’eroina e all’alcool.
LA MORTE DI UNA GRANDE STELLA
Alcune settimane prima di morire, aveva acquistato la lapide della tomba di Bessie Smith, la sua grande musa ispiratrice. Il destino ha voluto che, anche il suo ultimo brano, si rivelasse una macabra profezia: “Buried alive in the blues“, (sepolta viva nel blues).
Il 4 Ottobre del 1970, Janis è stata trovata morta per overdose, in un hotel di Los Angeles. Il suo corpo fu cremato e sparso nell’oceano Pacifico.
Quella notte si spense per sempre la sua voce appassionata e straziante. Un canto unico e inimitabile in tutta la storia del rock. Era una strega capace di incantare il pubblico, con il suo rock estremo, senza distinzione tra fantasia scenica e realtà. Il suo stile è diventato un riferimento preciso per intere generazioni di cantanti, tra le quali: Patti Smith, PJ Harvey, Annie Lennox e Skin.
JANIS JOPLIN OGGI
La sua fama ha continuato a crescere anche dopo la sua morte: Janis, resta fissa nei primi posti della lista dei più grandi cantanti e artisti di tutti i tempi, stilata da grandi nomi e poi pubblicata dal Magazine Rolling Stone (Ascolta l’intera classifica). Infine, è considerata fonte di ispirazione per tutte le rocker donne che hanno intrapreso la loro carriera negli anni a seguire.
FILM
Janis Joplin è stata una delle cantanti rock più venerate e iconiche di tutti i tempi, una figura tragica e incompresa. Ha emozionato milioni di persone, tracciando nuovi percorsi creativi.
La regista Amy Berg, ha proposto, per la prima volta in un film, la storia di Janis Joplin, mostrando un ritratto intimo e profondo di un’artista complessa, impulsiva e spesso assillata.
Un film che ritrae la sua genialità artistica, con brani di concerti emozionanti e memorabili, ma anche la sua fragilità.
Una donna eccezionale, una persona dal cuore gonfio d’amore, di rabbia, d’ambizione e di blues, la quale si è lasciata strappare il cuore dagli uomini della sua vita, mettendo in musica, per sempre, lo strazio di quel dolore.
“Janis rappresenta ancora oggi il collettore del nostro dolore comune. Quella voce ruvida, espressiva, attraverso la quale il nostro soffrire, viene debitamente riconosciuto e messo a nudo”. ( cit. Amy Berg)
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Per ascoltare la musica e la biografia di JANIS JOPLIN, basta cliccare Play e lasciarsi andare.
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