RISING STARS INTERVISTE: SPECIAL GUEST STEFANO ATTUARIO
INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE
TrentaTreesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (STEFANO ATTUARIO), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!
L’ospite di oggi, all’interno del nostro format, è STEFANO ATTUARIO che ci propone INSANA ILLUSIONE.
Arianna Rebel, con la sua contagiosa allegria e un sorriso sempre pronto, si addentra in un mondo di storie sempre diverse, ma unite da una sola passione: quella per la musica. Attraverso le sue parole, ci svela i progetti, le gioie e le fatiche di artisti, visionari e sognatori, che con la loro arte abbelliscono e arricchiscono il panorama musicale.
La produzione è curata Ark.
Info e iscrizioni su
BIOGRAFIA
Stefano Attuario, musicista comasco, è da sempre appassionato di musica. Ha iniziato a suonare la chitarra da autodidatta e si è dedicato alla lettura di libri, soprattutto biografie di personaggi musicali che ha sempre ammirato. Tra questi, Charles Bukowski è uno dei nomi che spiccano.
La sua passione per la lettura ha influenzato il suo percorso creativo di scrittura. Stefano ha pubblicato due romanzi: “Beautiful Day” e “Leggero – Il peso dell’amore”. Inoltre, ha partecipato e vinto alcuni concorsi dedicati alla poesia. Una delle sue poesie, intitolata “Morte Amica”, è stata dedicata a David Bowie pochi giorni dopo la sua scomparsa.
Oltre alla scrittura, Stefano ha avuto esperienze musicali significative. Ha collaborato con altri artisti e ottenuto apprezzamenti in eventi e palcoscenici importanti. Nel 2023, ha inaugurato la sua carriera da solista con il singolo “Un Demone La Mia Morale”. L’album di debutto di Stefano, intitolato “Nemesi”, è stato prodotto da Max Zanotti, un altro talento comasco nella scena indie rock italiana. Questo album esplora le sfumature dell’animo umano attraverso suoni graffianti e testi penetranti, riflettendo una personale ricerca di equilibrio influenzata dalle gioie e ingiustizie della vita. Il titolo stesso, “Nemesi”, richiama la dea greca della giustizia compensatrice e riparatrice dei torti subiti.
Inoltre, Stefano conduce un programma su la web radio GBJ International, intitolato “BlackOut”.
RECENSIONE
a cura di Nik Morini
Dopo una avviata carriera di scrittore e poeta premiato, Stefano Attuario si lascia contagiare dalla sua passione per la chitarra e la musica cantautorale, dando vita al suo primo album, Nemesi. Questo lavoro rappresenta una serie di brani che esplorano le tenebre dell’anima ma sono animati da un cuore caldo e generoso. Il genere musicale di Attuario trascende il semplice cantautorato alternative rock per abbracciare un rock tradizionale, grezzo e oscuro, permeato da un’energia punk travolgente e sfumature di dark noise rock sperimentale, alternando momenti di calma e introspezione.
Nemesi si apre con un grido d’aiuto dell’io narrante che riflette su un conflitto interiore e un vuoto profondo, espressi potentemente nella traccia d’apertura “Un Demone la Mia Morale”, caratterizzata da suoni incisivi. “Perle ai Porci” segue difendendo coloro che vedono il proprio lavoro artistico sminuito e introduce il tema del titolo dell’album: Nemesi, che evoca l’equilibrio tra giustizia e ingiustizia. Questo nome richiama la Dea greca custode dell’ordine universale, dispensatrice di giustizia per i crimini non risolti o impuniti, e persecutrice degli ingiusti.
Il brano “Vello d’oro” ci ricorda che in amore non esistono errori pianificati; è un flusso incomprensibile e immutabile, “una nota dissonante nel cammino del mio oblio”. In questa canzone dalle melodie dolci e armoniose, quasi una ballata senza tempo, Attuario invoca un amore primordiale e cerca di ristabilire un legame tra due persone che si sono amate.
Il viaggio prosegue entrando in profondità di quelle che sono le instabilità umane, create da una forte dipendenza da qualcosa che da vita a una lotta interiore, ed ecco che l’autore si identifica con l’io narrante. In “Sentenze” e “Insana Illusione” la realtà si confronta con le instabilità mentali e trova una via di sfogo nel distaccamento dell’anima dal corpo.
Nel profondo dei silenzi di sofferenza dell’io narrante questo distaccamento tuttavia avviene col suicidio, ed infatti nel brano “Liberi Respiri (And The Silence In Between)” si chiude drasticamente la prima parte dell’album, con una lenta e toccante canzone drammatica eseguita principalmente per pianoforte; il brano infatti ha uno stile diverso dagli altri, dal momento che è scritto a quattro mani con Ray Heffernan, coautore storico di “Angels” e altri brani di Robbie Williams. Questo speciale featuring ha permesso inoltre di dare al brano un tocco poliglotta oltre che diversamente stilistico, poiché il brano è eseguito sia con parti in inglese che in italiano, entrando sempre più in profondità dell’animo umano, di coloro che soffrono e vogliono liberarsi di ciò.
L’album si avvia a chiudersi con brani più cupi e ruggenti, come “Ciechi Cavalli”, un racconto di una speranza infranta e di solitudine; ormai è sempre più evidente che lo stile punk dell’autore volge sia al marcare ritmi ipnotici e incalzanti, sia ad un suono più mistico e lacerante al contempo. La chiusura è data dalla title track, un brano costruito su un loop armonico psichedelico ed una voce narrante sopra, che offre generosità e guarigione all’anima lacerata da questo percorso affrontato, attraverso l’empatia, e questo altro tipo di distaccamento dell’anima si pone come salvezza e purificazione, per una migliore libertà dell’anima e dell’animo umano.
Nemesi è un percorso musicale e concettuale molto ben riuscito; un viaggio attraverso dieci brani con un finale aperto. Si tratta di una realizzazione musicale, psicologica e, forse, anche autobiografica dell’autore. La produzione è stata affidata a Max Zanotti, che è stato abile nell’aiutare l’autore nella costruzione dell’album e nell’arrangiare ogni brano, mantenendo lo spirito rock che l’autore desiderava esprimere.
Le influenze vocali ricordano spesso lo stile di Vasco Rossi, sia nel cantato alternato al narrato sia nel timbro vocale; tuttavia, non si tratta di una imitazione, bensì di un richiamo che conserva molta originalità nell’interpretazione. Per quanto riguarda lo stile musicale, l’influenza dell’alternative rock e dell’indie rock italiano è evidente, con influenze punk predominanti, come ad esempio quelle dei C.S.I., degli Afterhours, degli Zen Circus e, in parte, anche dei Baustelle.
INTERVISTA PER ROCKANDWOW
a cura di Arianna Rebel
Nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, la redazione di Rockandwow ha accolto un ospite molto talentuoso: STEFANO ATTUARIO.
In questa speciale intervista, l’artista ha rilasciato due gemme: una sotto forma di registrazione audio e l’altra tramite parole scritte. Un doppio incontro con la loro musica e la loro anima, che ci porta in un viaggio attraverso note ed emozioni.
- Quali sono le tue principali influenze musicali e come vengono incorporate nel tuo stile?
Le mie influenze musicali principali sono sicuramente Sonic Youth, David Bowie, The Cure, Nirvana, Jim Morrison, Nick Cave, Mark Lanegan, Lou Reed, Depeche Mode, Marlene Kuntz e Afterhours. Insomma, il mondo Dark, Wave, Alternativo ed Elettronico. È un processo naturale: sento che quel mondo mi appartiene. Diventa tutto più facile quando parli la stessa lingua, oppure, come dice il mio produttore Max Zanotti, quando la produzione ha la sua strada segnata. - Hai mai collaborato con altre band o artisti? Se sì, come è stata l’esperienza?
In passato suonavo in una band, quindi potremmo considerarlo come una forma di collaborazione. Successivamente ho avuto l’opportunità di lavorare con Max Zanotti alla produzione del mio album solista, Nemesi. Un contributo importante è arrivato anche da Ray Heffernan, autore di brani come “Angels” di Robbie Williams, ma va sottolineato che ha scritto anche altre bellissime canzoni. La sua partecipazione al brano “Liberi Respiri (and the silence in between)” è stata fondamentale. Le esperienze con Max Zanotti e Ray Heffernan sono state davvero preziose e mi hanno aiutato a crescere come artista. - Quali sono state le maggiori sfide che hai affrontato da solista e come le hai superate?
Una delle sfide più significative è stata la transizione da essere parte di una band a intraprendere una carriera solista. In precedenza, all’interno della band, ricoprivo il ruolo di uno dei due chitarristi e partecipavo attivamente alla scrittura dei testi e della musica. Tuttavia, quando ho deciso di proseguire da solo, ho avuto la libertà di scrivere senza dover adattare il materiale per accontentare gusti o generi musicali che non sentivo miei. Un’altra sfida è stata quella di cantare. Non avevo mai fatto da solista, se non partecipando ai cori o ai ritornelli dove c’era bisogno di spingere la voce. Ma, incoraggiato da Max Zanotti, ho superato anche questa sfida. Tutto è avvenuto in modo naturale, trovando il mio equilibrio e il mio percorso musicale - Qual è il tuo approccio alla scrittura dei testi e come li adatti alla tua musica?
La scrittura e la lettura sono fondamentali per me. Anche nei romanzi ho cercato sempre di raccontare qualcosa di personale, perché penso che attraverso la sincerità espressiva si possa sempre trovare un punto di connessione. Mi piace immaginare che, nella scrittura di una poesia, di un romanzo o di una canzone, siamo tutti un po’ registi. Raccontiamo storie di personaggi su un set immaginario, circondati da colori, gesti, protagonisti e comparse. La pagina bianca è la tela da riempire. Trovo più impegnativo scrivere una canzone rispetto a un libro, perché in soli 3 minuti devi esprimere concetti profondi e sinceri. - Qual è il tuo approccio alla scrittura dei testi e come li adatti alla tua musica?
La scrittura e la lettura sono fondamentali per me. Anche nei romanzi ho cercato sempre di raccontare qualcosa di personale, perché penso che attraverso la sincerità espressiva si possa sempre trovare un punto di connessione. Mi piace immaginare che, nella scrittura di una poesia, di un romanzo o di una canzone, siamo tutti un po’ registi. Raccontiamo storie di personaggi su un set immaginario, circondati da colori, gesti, protagonisti e comparse. La pagina bianca è la tela da riempire. Trovo più impegnativo scrivere una canzone rispetto a un libro, perché in soli 3 minuti devi esprimere concetti profondi e sinceri. - Parlaci del tuo nuovo album.
Nell’antica Grecia, Nemesi era considerata una divinità tutrice e conservatrice dell’ordine e dell’equilibrio dell’universo. Garantiva giustizia per i delitti irrisolti o impuniti, manifestando gioia o dolore. I brani presenti nell’album rappresentano la mia personale Nemesi, una ricerca dell’equilibrio perduto in questi anni, segnati da ingiustizie e gioie. Nemesi è un concept album che racconta il mio universo fatto di eventi, esperienze, passato e presente. La vita reale, i sentimenti e gli sguardi li accomunano. Sono convinto che questo non sia solo il mio universo personale, ma una fotografia dei nostri tempi. Sono felice di aver dedicato il giusto impegno a Nemesi e di essere stato ripagato oltre le mie aspettative.