RISING STARS INTERVISTE: SPECIAL GUEST CRONAUER
INTERVISTA: DIETRO LE QUINTE
Quarantunesimo appuntamento con Rising Stars Speciale Interviste (CRONAUER), il salotto dedicato agli artisti e alle band indipendenti, curato da Arianna Rebel!
L’ospite di oggi, all’interno del nostro format, è CRONAUER che ci propone THIS IS NOT THE PLACE.
Arianna Rebel, con la sua contagiosa allegria e un sorriso sempre pronto, si addentra in un mondo di storie sempre diverse, ma unite da una sola passione: quella per la musica. Attraverso le sue parole, ci svela i progetti, le gioie e le fatiche di artisti, visionari e sognatori, che con la loro arte abbelliscono e arricchiscono il panorama musicale.
La produzione è curata Ark.
Info e iscrizioni su
BIOGRAFIA
Musicista, songwriter e compositore, scrive e milita in varie formazioni, incide e pubblica con la band romana Bludeepa tre dischi, scrivendo sia testi che musiche. Con la band viene intervistato e suona a Stereonotte (conduzione di Vincent Messina), viene passato su RAI1 Demo, suona all’Auditorium Parco della Musica in apertura agli Avion Travel, apre per Nada e canta nel disco di Massimo Zamboni; riceve varie recensioni sui maggiori quotidiani nazionali (la Repubblica, il Messaggero) e sulle più importanti riviste musicali (Prog Italia, Classic Rock, Suono tra gli altri).
Nel 2024, Cronauer, decide di dare forma alla propria opera prima avvalendosi del produttore Saro Cosentino (già con Peter Gabriel, Franco Battiato, Peter Hammill, Massimo Zamboni, Nada, Radiodervish tra gli altri). Dopo aver scritto testi e musica, si immerge negli arrangiamenti insieme a Cosentino; il risultato è “Life stems out of death”, di fatto primo lavoro del musicista che vive a Roma ma che si divide tra la capitale, Toronto e l’Inghilterra.
La formazione artistica di Cronauer ha le sue radici nel rock dei Police, dei Talk Talk e della new wave degli anni ’80 ma anche nel cantautorato sia italiano (De Andrè, Fausto Rossi, Battiato, La Crus) che inglese (Nick Drake, Scott Walker).
RECENSIONE
a cura di Arianna Rebel
Il brano “This Is Not the Place” di Cronauer si presenta come un’opera complessa e stratificata. Infatti esplora le sfide esistenziali con una profondità emotiva palpabile.
La traccia si apre con una serie di battute che immediatamente stabiliscono il tono riflessivo dell’opera, invitando l’ascoltatore a un viaggio interiore per contrastare le difficoltà della vita.
La voce di Cronauer emerge come un faro di chiarezza, guidando, attraverso la tempesta emotiva, con una presenza che è sia potente che vulnerabile.
La struttura musicale del brano è solida, fornendo una fondamenta robusta su cui si costruisce l’esperienza auditiva. Elementi di synth, batteria e chitarra si fondono in un insieme di sonorità sofisticate, creando un’atmosfera che è allo stesso tempo avvolgente e stimolante.
L’uso intelligente della dinamica e della texture contribuisce a un senso di movimento e sviluppo, mantenendo l’ascoltatore impegnato dall’inizio alla fine.
Il solo di chitarra che conclude il brano, è un culmine di espressione artistica, con linee melodiche che si intrecciano in un dialogo armonioso con il resto della composizione. Questo momento di pura bellezza musicale non solo arricchisce il brano, ma lascia anche un’impressione duratura, invitando a ripetuti ascolti.
Nel complesso, “This Is Not the Place” è un’opera che celebra la resilienza dello spirito umano di fronte alle avversità, e la capacità della musica di fornire conforto, ispirazione e, soprattutto, una via di fuga dalle catene delle nostre paure.
Con ogni ascolto, si rivelano nuovi strati di significato, rendendo ogni esperienza con il brano, unica e personale. In definitiva, Cronauer ha creato non solo una canzone, ma un’esperienza trasformativa che rimane con l’ascoltatore ben oltre l’ultima nota.
INTERVISTA PER ROCKANDWOW
a cura di Arianna Rebel
Nel salottino virtuale dedicato agli artisti di Rising Stars, la redazione di Rockandwow ha accolto un ospite molto talentuoso: Cronauer.
In questa speciale intervista, l’artista ha rilasciato due gemme: una sotto forma di registrazione audio e l’altra tramite parole scritte. Un doppio incontro con la sua musica e la sua anima, che ci porta in un viaggio attraverso note ed emozioni.
- Quali sono le tue principali influenze musicali e come le incorpori nel tuo stile?
Ho influenze disparate essendo innamorato della musica; ho principalmente influenze rock, i Police e il grunge per esempio e new wave e synth pop come i Talk Talk, i Depeche Mode ma poi ci sono artisti come Pat Metheney o Murcof che pur essendo così diversi sia dalle mie origini sia tra di loro mi affascino e catturano ogni volta. Ascolto Nick Cave come Nick Drake, come Scott Walker. Tutto credo si riverberi naturalmente in quello che scrivo e compongo, non serve neanche che lo voglia o che ci pensi. - Cosa fai nel tempo libero quando non suoni o registri musica?
Leggo molto, guardo documentari, insegno, e naturalmente (e principalmente) mi dedico alla mia famiglia. E ascolto la radio continuamente (quasi ossessivamente). - Come hai sviluppato il tuo suono distintivo e come lo descriveresti?
Credo che il suono che ho oggi sia la risultante naturale di tutto il vissuto, l’ascoltato e sperimentato. Non è nemmeno cercato, è semplicemente diventato questo. Non so come definirlo, alle prime direi rock, ma ci sono brani che sono più pop ed altri che virano naturalmente nel post rock quasi elettronico. Ma in ogni brano c’è la presenza di tutte queste componenti che si mischiano, rincorrono e flirtano. - Come ti tieni aggiornato sulle ultime tendenze musicali e come le incorpori nella tua musica?
Come dicevo prima, ascolto molta radio: BBC6, alcune web radio americane, seguo qualche podcast di settore che propongono le nuovissime uscite nel mondo indie. Mi piace molto fare attenzione ai suoni e agli intrecci armonici dei vari strumenti. Direi che le cose che più mi smuovono a livello anche incosciente, si sedimentano da sole e in qualche modo interagiscono con le idee e la mia creatività durante il processo compositivo. - Qual è il tuo processo per la scelta delle canzoni da includere in un album?
Ah! Senza dubbio le canzoni si fanno largo da sole, quasi per processo di sopravvivenza, le più ostinate e forti (non parlo necessariamente di ritmo o volume ma di intensità) “make the cut” da sole. Mi sembra che in questo processo il mio apporto sia minimo. - Parlaci del nuovo album/singolo.
“This is not the place” è il primo singolo dell’album che uscirà, orientativamente, in autunno. E’ un patto tra amanti: la richiesta di poter entrare nell’intimo di una persona, avere il permesso di aggirarsi in tutte le stanze interiori in cambio della promessa di “battere la morte” e “riportare fuori il sole”. L’album in generale è incentrato sulla vita.