BILL HALEY

Primo interprete del classico “Rock Around the Clock”, Bill è stato il primo vero divo rock’n’roll bianco, anticipando di poco l’esploit di Elvis Presley.

ROCK USA


PRIMO DIVO ROCK BIANCO

Il rock and roll è rappresentato spesso dal volto di Elvis Presley, il Re. Ma di leggende in quegli anni ne nacquero a decine: da Little Richard a Chuck Berry, senza dimenticare il grande Bill Haley.
Primo interprete del classico “Rock Around the Clock”, Bill è stato il primo vero divo rock’n’roll bianco, anticipando di poco l’esploit di Elvis.
Ancora prima di Elvis Presley, fu lui a portare in auge il rock ‘n’ roll del quale venne da molti definito il padre.  
Star di varietà musicali, attore cinematografico e voce meravigliosa, ad Haley sembrava non mancasse proprio niente. 
Primo interprete di “Rock Around the Clock”, uno dei brani rock and roll più conosciuti della storia della musica. Il brano divenne noto anche come parte della colonna sonora del film “Il seme della violenza” ’55 e dal ’74 come sigla di “Happy Days”.

PRIMO CANTANTE AMERICANO IN TOUR IN EUROPA

“Rock Around the Clock” fu il primo disco a vendere più di un milione di copie in Inghilterra e in Germania. Haley divenne il primo cantante americano ad andare in tour in Europa. Successivamente uscì “See you later, alligator”, che gli consentì di mantenere ancora un buon successo, almeno fino a quando Elvis Presley non cominciò a calcare le scene.

LE BARBARIE GIOVANILI

Il 19 Marzo 1955 uscì nelle sale “The Blackboard Jungle”, di Richard Brooks: la storia edificante di un professore progressista dal cuor d’oro (interpretato da Glenn Ford), alle prese con la violenza e la disperazione dei ragazzi dei ghetti.
La pellicola suscitò qualche brontolio per la schiettezza delle descrizioni: ma furono ben altri i motivi della sua fama. Cosa mai successa prima, i ragazzi andavano al cinema non per il film, ma solo per la canzone che accompagnava i titoli di testa: “Rock Around the Clock” di Bill Haley. Infatti molti di loro si mettevano a ballare direttamente in sala, una vera barbarie per l’epoca!

LA STAR HALEY

In poco tempo il pezzo, trainato dalle intemperanze dei suoi fans, divenne un caso nazionale. Il 9 Luglio schizzò in cima alla classifica pop di Billboard, dove restò otto settimane consecutive, giungendo al numero tre della graduatoria rhythm’n’blues. Un successo che, coi suoi 30 milioni di copie, si potè definire planetario. Tutti i paesi occidentali, Italia compresa, ma Inghilterra in primis, ne furono contagiati. Haley fu il primo divo musicale per cui la televisione potè mostrare le scene di fans in delirio.

IL DECLINO

Inghilterra, Australia ed Europa… tutto sembrava andasse alla perfezione, quando ad un certo punto qualcosa sembrava essersi inceppato. Nonostante Bill fosse un’icona mondiale, in patria la sua stella conobbe una rapida e inarrestabile caduta. Da Memphis arrivò il ciclone Presley, nulla fu più come prima.
L’ America, improvvisamente, si destò dal sogno: Bill era un trentenne, dall’aria pingue e rilassata, inoffensivo e pacioso, e dal rassicurante vocione baritonale. Troppo lontano da quei divi che, da pochi mesi, stavano colonizzando l’immaginario collettivo dei teen-ager. Cantanti che emanavano un’irresistibile aria di sensualità, ribellione e giovanile sfrontatezza. Il “vecchio” Bill non poteva competere con la generazione di Elvis, Richard e Chuck: per lui, che era stato il primo, nel 1958 era già il momento di tirare i remi in barca, e abbandonarsi ai ricordi. Una maledizione che lo accompagnò per tutto il resto della carriera, condotta sino alla morte.

LO SAPEVATE CHE…

– Nel 1987 è entrato nella Rock and Roll Hall of Fame.

– A causa di un’operazione mal riuscita, a quattro anni Bill rimase cieco dal suo occhio sinitro per tutta la vita.

– Il 10 novembre 1970 suonò per la Regina Elisabetta II al Royal Variety Performance.

– Su Instagram Bill Haley ha un account ufficiale dedicato alla sua memoria.

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Per ascoltare la musica di BILL HALEY e parte della storia di questo colosso della musica, basta cliccare Play e lasciarsi andare.

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